Via d'uscita per la Tares: una tassa sugli arancini
"È stravagante ma potrebbe funzionare" Con questa frase esordisce il vice sindaco Guido Signorino , alla prese da alcuni mesi...
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"È stravagante ma potrebbe funzionare"
Con questa frase esordisce il vice sindaco Guido Signorino, alla prese da alcuni mesi con la questione default. A seguito infatti della manifestazione che ha visto i messinesi radunarsi a piazza Unione Europea contro la Tares, l'amministrazione ha dovuto prendere atto delle difficoltà di gran parte della cittadinanza per pagare questa enorme tassa.
"Esistono le accise sugli alcolici, sui tabacchi, sulla benzina, perché non mettere una tassa sui rustici? Potrebbe essere una via d'uscita anche per la questione default, la città ne potrebbe solo giovare. Farà bene anche alla salute dei messinesi!".
In effetti, secondo le statistiche, i soldi che entrerebbero nelle casse del comune non sono pochi: i numeri oscillano da i 10 ai 40 milioni di euro l'anno. Cifre che potrebbero essere reinvestite per la rinascita della nostra città. E sempre le statistiche prevedono grandi cali del tasso del colesterolo per i cittadini dello stretto.
Eppure la notizia non è andata giù a molti a Messina. A partire dalle associazioni di categoria come "ACA" (Associazione Cultori Arancini) e ConfPidoni, a finire con i numerosissimi proprietari di rosticcerie, si prospetta uno scontro aperto con l'amministrazione.
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