Piste ciclabili, l'attacco dei concessionari: "In calo la vendita di macchine"
Dopo l'attacco dei negozianti alle piste ciclabili la polemica non si placa: mentre l'amministrazione tira dritto per la sua str...
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Dopo l'attacco dei negozianti alle piste ciclabili la polemica non si placa: mentre l'amministrazione tira dritto per la sua strada, oggi è il turno della protesta dei concessionari di automobili che, a loro dire, son stati penalizzati dalle politiche accorintiane: "Non si vende più una macchina, è una veggogna! Avevo un cliente chi canciava un SUV l'annu e ora gira in bici elettrica, l'hannu a finire sti quattru fitusi. Peddire, tra poco un figghiolu a 13 anni invece di fassi cattare u cinquantinu ci cecca a so patri u monopattino. L'amu a finiri!".
E in effetti i bilanci, redatti secondo l'ineccepibile metodo dei commercianti dell'isola pedonale, testimoniano un calo del fatturato pari al 150% ogni volta che una bicicletta si avvicina al negozio, con il conseguente licenziamento di tutti i dipendenti presenti e futuri, nonostante la pista non sia ancora completa.
E in effetti i bilanci, redatti secondo l'ineccepibile metodo dei commercianti dell'isola pedonale, testimoniano un calo del fatturato pari al 150% ogni volta che una bicicletta si avvicina al negozio, con il conseguente licenziamento di tutti i dipendenti presenti e futuri, nonostante la pista non sia ancora completa.
Tempestiva è stata la replica di Accorinti. Il sindaco, intercettato mentre saliva sui colli in bici, ha così replicato alle critiche: "S'annu a stari tutti muti, sugnu calmo e caro cu tutti fino a quannu vogghiu. E si continuano ci fazzu a pista ciclabile in salotto e la cucina pedonale così s'insignanu. Già aiu Franza che vuole togliere le Caronti, non posso ascoltare troppe stronzate. Anzi se mi va fazzu a pista ciclabile tra Messina e Reggio".
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